politica economica

20/09/15

Ai sostenitori di Renzi auguro il trattamento che il Governo sta riservando ai lavoratori del Colosseo: straordinari non pagati e, se vi lamentate, sospensione dei diritti sindacali (per voi e per tutta la vostra categoria) con gogna mediatica. Tra l'altro, il caso si presta perfettamente perché il Colosseo ha forte impatto mediatico, mentre qualche museo minerario in Sardegna non si prestava allo stile del Governo attuale.

Non c'è niente di nuovo, è la strategia della Thatcher anni '80 per ridurre il costo del lavoro e recuperare competitività. Dal decreto Expo che toglie i limiti di stagisti ai decreti Poletti, dal Jobs Act fino a questi recenti casi la logica è quella di puntare sulla riduzione del costo del lavoro per migliorare la competitività. Casi come quello del Colosseo sono ideali per costruire il consenso e far passare decreti che, come Franceschini ha dimostrato, sono già lì pronti in attesa del momento buono.

Noto che non esiste una Sinistra che difenda i lavoratori. Gente come Cuperlo e Bersani ritengono che essere di sinistra sia discutere dell'elettività dei senatori, non questo. Vendola & friends non pervenuti. Camusso è talmente delegittimata che anche quando ha ragione non può parlare se non facendosi un autogol.

Il mio punto, al di là della difesa partigiana per i lavoratori, è che non è competendo sul costo del lavoro che l'Italia recupererà competitività. Perché ci sono un sacco di paesi che costano molto meno a pari qualità, anche solo dall'altra parte dell'Adriatico. Perché devi competere offrendo un mercato del lavoro competitivo sui lavori di alto valore aggiunto. I migliori lavoratori se ne vanno dall'Italia ed è un flusso che dura da un decennio, senza capacità di attrarre i cosiddetti "bravi". Non basta vantarsi di quanto siano geniali gli italiani all'estero, bisogna saper attrarre i migliori stranieri. Invece, l'Italia perde sempre più posti di lavoro di qualità e senza quelli non vai da nessuna parte, soprattutto non puoi crescere per generare altri posti di lavoro. Bisognerebbe seguire i modelli dei paesi che riescono ad attrarre i migliori lavoratori, offrire le stesse condizioni per esserne competitivi, significa in primo luogo valorizzare le persone, farle crescere, offrire buoni salari giocare sulla qualità della vita italiana. Invece, la politica economica è un'altra. Molto neoclassico e neoliberista come approccio. Ne prendo atto.

2 commenti:

Unknown 23 settembre 2015 alle ore 09:10  

Come sempre cadi nel solito tranello: l'orizzonte temporale.

Il governo ha tutto l'interesse per ottenere qualche risultato concreto ora, non l'anno prossimo e nemmeno tra 5 anni. Ora possono mostrare un miglioramento dell'occupazione dell' X % subito, pur senza incremento vero di potere di acquisto. Se facesse come dici tu, potrebbe mostrare un incremento di 10*X % in 5-10 anni con un contestuale aumento del potere di acquisto, chiaramente senza ottenere incrementi sostanziali nel primo anno.

Attenzione comunque al condizionale. Perché anche facendo riforme sensate di medio-lungo periodo, l'impianto industriale italiano NON vuole questo. La stragrande maggioranza delle imprese italiane vive alla giornata senza alcuna pianificazione pluriennale (anche solo 2 anni), e di conseguenza non sono minimamente interessate ad una riforma del genere. Questo non cambierá in fretta, non vedo come potrebbe in meno di 20 anni. Occorrerebbe attrarre capitali stranieri. Solo che gli stranieri, a forza di venire presi a calci, han capito una cosa molto semplice: perché aprire aziende in Italia per attrarre talenti in Italia quando possiamo tenere aperto fuori attraendo gli stessi talenti? Quali vantaggi?

D21 23 settembre 2015 alle ore 11:17  

Ma hanno dimostrato di essere una coalizione stabile e sono senza rivali sia in Parlamento sia in caso di elezioni. Se non fai queste cose ora, quando? In realta', credo che stiano proprio facendo una riforma di medio termine cercando di abbassare il costo del lavoro in maniera strutturale. E' una decisione politica che stanno perseguendo con coerenza e determinazione facendo anche progressi significativi. Io non la condivido e trovo che sia una di quelle decisioni che condannano l'Italia all'inesorabile declino, pero' non vedo un'alternativa politica alla situazione attuale.

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