Ripensando al Governo Monti

03/09/14

Ad una conferenza di studi europei, ho ritrovato una vecchia amica che ha analizzato in particolare il Governo Monti. Lei, profondamente montiana, mi ha fatto riflettere a quel passaggio della recente Italia. Ai tempi, dissi che la persona non mi dispiaceva, ma non l'avrei votato. Durante quel governo ero molto critico, ma ora posso guardarlo con il senno di poi.

In sintesi, oggi direi che Monti, all'inizio, fu l'ultima speranza per l'Italia, poi purtroppo entrò in azione la Fornero che con la sua insensibilità sociale distrusse la credibilità di quel governo creando gravi danni al paese con il taglio brutale delle pensioni, un'inutile revisione dell'articolo 18 e un atteggiamento di supponenza che alienò il consenso del governo. Senza gente come Elsa Fornero, il Governo Monti avrebbe avuto maggior successo. Chiaramente, la mia critica non è personale per la Fornero, ma per il suo operato politico.

Infine, una considerazione fondamentale su Monti ed i governi tecnici: sono una forma abbastanza 'paracula' (scusate l'inglesismo) per i partiti per non metterci la faccia. Il Governo Monti era profondamente politicizzato nel senso che ogni ministro aveva una chiara affiliazione partitica/movimentistica e, soprattutto, tutto quel che fece Monti passò in Parlamento con i voti di PdL, UDC e soprattutto PD, che non capì cosa stava succedendo ma già pregustava una sicura vittoria sulla base di non si sa che cosa.

Detto questo ci tengo a distinguere l'analisi intellettuale dalla posizione politica: Monti è persona che rispetterei se non si fosse alleato con quella assurda brigata che fu Scelta Civica, però non significa che lo voterei. Ci sono persone che stimo e che non voto, tutto qui.

Quello su cui mi preme concludere è che purtroppo, finito il primo Monti, non vedo speranza per l'Italia.

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