Giusta analisi

12/04/13

Riprendo questa giusta analisi di Ricolfi, sottolineando alcuni passaggi importanti.


Il problema non è la persona di Bersani, ma è la sua linea politica. Bersani vorrebbe governare da solo, ma con i voti degli altri. Bersani vorrebbe i voti del Pdl o della Lega (quelli di Grillo ha finalmente capito che non li avrà), ma senza fare un governo con ministri del centro-destra. Se, per una volta, usasse le sue famigerate metafore per parlare di se stesso, direbbe: voglio la botte piena (ministeri e poltrone) e la moglie ubriaca (Berlusconi che lo lascia fare).  

Questa posizione è chiaramente irragionevole, non solo dal punto di vista del Pdl (perché gli «impresentabili» dovrebbero regalare i loro voti a chi così profondamente li disprezza?), ma anche dal punto di vista del Pd. Come possono pensare, i dirigenti di questo partito, di avviare una stagione «di cambiamento» con un governo di minoranza, che in ogni momento può essere condizionato, ricattato e affondato dai suoi sostenitori esterni? Come può pensare il Pd di governare l’Italia nella tempesta della crisi economica e sociale se la sopravvivenza del governo dipende fin dall’inizio dalla condiscendenza di altri, che non lo amano e possono in ogni momento staccargli la spina? 

Il resto dell'articolo lo potete leggere sulla Stampa, Quello che vorrei aggiungere è solo un punto. Queste elezioni hanno dimostrato la sconfitta della Sinistra e di un'idea di cambiamento a Sinistra. Bisogna prenderne atto, possiamo discutere delle ragioni di questa sconfitta, ma non per questo il PD può pensare di bloccare il paese ostinandosi a negare la sconfitta. Visto che non ci sono i numeri per un'alleanza PD-Sinistra ed il M5S non è disponibile ad un'alleanza, se ne prenda atto e si sblocchi lo stallo del paese perché non ci sono altre soluzioni possibili. Chiudo dicendo che questa cosa non mi piace affatto, non sono contento, ma è andata così. Prendiamone atto, mandiamo avanti il paese e, dalla parte nostra, si discutano le ragioni di questa sconfitta.

2 commenti:

Anonimo 12 aprile 2013 alle ore 14:51  

Bell'articolo. Assordante e' anche il silenzio di SEL che si dimostra incapace di contribuire al dibattito a sinistra e sta li a godersi la presidenza della camera. Contenti loro.

Mi stupisce che Bersani e il gruppo dirigente del PD sia arrivato cosi' impreparato a questo risultato elettorale. Capisco se i militanti (e tanti nostri amici) credevano ciecamente solo alla vittoria e niente altro era contemplabile. Ci sta, il militante nutre la propria passione con la speranza e l'assolutismo. Ma che i dirigenti non avessero preso in considerazione PRIMA del voto la possibilita' di scenari alternativi e' abbastanza grave.

Cio' di cui mi sembra il PD non si renda conto e' che la responsabilita' di questo stallo e' un elemento annichilente in campagna elettorale, su cui B. farebbe una leva pazzesca.

Non vedo facili via di uscita, ma concordo con te che questo progetto riformista di centro-sinistra ha chiaramente fallito e deluso ogni aspettative, sia come forza di opposizione che come forza di governo.

-Papero

D21 12 aprile 2013 alle ore 15:50  

SEL è irrilevante da tempo, ma la cosa importante è questa situazione del PD.

La mia sensazione è che nel PD abbiano capito di aver fallito, ma pensano di salvarsi liberandosi di Bersani e mantenendo se stessi ed i loro modi di fare (vd. l'attivismo di D'Alema, Bindi, ...).

Anch'io non vedo facili vie d'uscita, ma credo che se si ammettesse la sconfitta saremmo già a buon punto.

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